Il losco giro d’affari made in Italy

Ebbene sì, la falsificazione delle marche da bollo è un problema grave, gravissimo. Non solo perché è una truffa ai danni dello Stato, ma soprattutto perché ci va di mezzo l’onesto cittadino che paga ordinariamente l’importo corrispondente, mentre il furbetto se la svigna.

Ma a mio avviso il problema sta a monte: perché esistono le marche da bollo?

Andiamo per ordine.

Il caso

La notizia è recentissima. Si è scoperta una associazione a delinquere, con origine in Campania, ma diffusa su tutto il territorio nazionale, che si occupa di riprodurre nel minimo dettaglio le marche da bollo che si appongono negli atti giudiziari per iscrivere un causa a ruolo. Una truffa che va da un minimo di 30mila euro fino a un massimo di oltre 1 miliardo. Insomma danni ingentissimi per le casse italiane.

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Per quanto possa apparire una notizia shoccante, non è affatto nuova.  Si registrano, infatti, diversi episodi nel 2015, nel 2013 e, ancora prima, nel 2007, sempre tra Roma e Napoli.

Ma cosa sono le marche da bollo?

Certamente vi sarà capitato di pensare, quando un pubblico ufficiale vi chiede di consegnargli una marca bollo (la più comune quella da 16 euro), “ma perché devo pagare questa somma?”

Per esempio, quando andate a ritirare un certificato di stato libero al Municipio. O anche quando andate a ritirare il vostro diploma di laurea all’Università. Anni per conseguirlo e poi, per avere la pergamena, devi pagare e non solo una marca da bollo: le marche da bollo sono tante quanti sono i certificati che richiedi.

La marca da bollo è un’imposta che i contribuenti devono obbligatoriamente applicare in determinate situazioni. Nello specifico è un’imposta indiretta, il che vuol dire che non colpisce le persone ma i consumi.

I casi più frequenti che necessitano l’utilizzo della marca da bollo e il pagamento dell’imposta sono quelli relativi a fatture e ricevute fiscali esenti Iva, le cambiali, i contratti di locazione e tutti gli atti, i documenti, i registri delle società e gli atti della pubblica amministrazione.

La non apposizione di una marca da bollo determina una situazione di illegalità a fronte della quale si applica una sanzione. Per evitare ciò, è importante sapere che l’applicazione della marca da bollo è di norma a carico di chi emette la fattura ma la legge stabilisce che la responsabilità della mancata applicazione – e quindi del mancato pagamento dell’imposta – è sia di chi emette che di chi riceve la fattura.

Bene, nel caso ricordato sopra, la truffa, come dicevamo, non è solo ai danni dello Stato, ma soprattutto ai danni dei cittadini. Quest’ultimi, infatti, si troveranno a dover pagare due volte per non rendere nullo il proprio processo.

Ma era una truffa evitabile?

Gli esperti dicono che essi stessi fanno fatica a distinguere una marca falsa da una vera. Impossibile, pertanto, per una persona qualunque riconoscere a prima vista una marca da bollo falsificata.

Di regola, i funzionari del Tribunale devono verificare la veridicità delle marche da bollo, ma inutile dire che probabilmente tale controllo è più un’eccezione.

In realtà, tutti possono controllare se una marca da bollo è regolare. Basta collegarsi al sito dell’Agenzia delle Entrate ed inserire il numero identificativo.

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Questo controllo però non serve se, come abbiamo visto, le marche da bollo sono perfettamente clonabili. Digitando il numero identificativo, infatti, ti risulterà esistente ma ciò non significa che tu non sia in possesso di un bollo falsificato.

Insomma, quando c’è da pagare si parte sempre prevenuti, ma se per di più c’è l’alto rischio di star perdendo i propri soldi, allora sì che questa imposta sembra più una truffa della truffa.

MM

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